Andrea Simone Lerussi

Segretario Provinciale del Partito Democratico di Udine – Consigliere provinciale

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IL NUOVO INIZIO DEL PD – Assemblea Nazionale del PD

Posted by lerussi su 11/05/2013

Oggi l’Assemblea Nazionale del PD ha alzato uno spartiacque tra tutto quello che è successo negli ultimi mesi (dai 3 milioni e mezzo di voti persi alle elezioni nazionali che non ci hanno fatto prendere il governo del paese, ai mille errori fatti nel corso dell’elezione del presidente della repubblica) e l’oggi.

È stato eletto un segretario nazionale traghettatore, che ci porterà al congresso entro Ottobre e cercherà di farlo con due compiti molto importanti: tenere unito un partito in cui la base e gli elettori credono molto più che i dirigenti nazionali e tenere ferma la barra delle nostre proposte di governo del paese all’interno di un governo di emergenza nazionale fatto con il PDL.

Penso che Guglielmo Epifani abbia le carte in regola per questo breve ma intenso compito e potrà farcela se avrà il coraggio di non ascoltare tutte le strategie e tatticismi correntizi che hanno fino ad oggi tarpato le ali al PD.

A questo partito serviva un segretario nazionale, anche se per un brevissimo mandato, perché non si può rimanere senza guida dopo che Presidente, Segretario e Segreteria si erano dimessi. In questo contesto va il mio sincero ringraziamento a Bersani perché ha condotto la sua segreteria e la campagna elettorale con onestà e passione anche se ha fatto molti errori o scelte che io non ho condiviso; è stato il mio segretario e credo che non meriti il comportamento liquidatorio che molti (anche suoi sostenitori) gli hanno riservato.

C’è bisogno di tutti in questo momento, dobbiamo stringerci tutti attorno al PD per salvaguardarlo da chi (come i 101 traditori che non hanno votato Prodi) vuole farlo scoppiare o preferisce le scissioni per tenere in pista sempre gli stessi dirigenti. Questo non possiamo permetterlo, ma per farlo occorre prima tutelare l’enorme patrimonio che rappresenta il nostro partito per la democrazia ed il paese. Serve unità, partiamo da qui prima di andare a cercare e correggere tutti gli errori che abbiamo fatto negli ultimi mesi.

Errori che ci hanno portato fin qui e costretto ad intraprendere una strada strettissima per governare questo paese con chi è stato, è e rimarrà il nostro avversario politico, il PDL. Se non proveremo nemmeno a vincere quest’enorme sfida che abbiamo davanti, spronando il governo sui nostri temi e battendoci contro quello che abbiamo sempre combattuto, saremo solo delle vittime a cui presto verrà presentato il conto. È questo che vuole Berlusconi, farci disconoscere il governo lasciando a lui i meriti e a noi le colpe… ma solo noi possiamo, volendolo, ribaltare questa situazione. Su questo punto l’intervento di Piero Fassino penso sia stato uno dei più convincenti (“La determinazione con cui sosterremo il governo farà in modo che diventi una cosa o un’altra. Non si guidano le macchine col freno tirato”).

Questi saranno i prossimi 5 mesi e poi sarà tempo di congresso. Un congresso che va preparato e costruito per sciogliere molti nodi che abbiamo preferito nel tempo lasciare intrecciati, un congresso che ci deve far capire come facciamo con le nostre proposte a “prendere i voti di coloro che votano centro-destra per non trovarci poi a sostenere i ministri del centro-destra” come ha detto bene Renzi in assemblea. “Non un PD più piccolo e un po’ più di sinistra, ma un partito aperto, e però rinnovato, vivace” come ha ricordato invece Gianni Cuperlo. E soprattutto un partito in cui, uso le parole di Civati “le discussioni di fanno prima di prendere le decisioni e non dopo”.

Il momento è difficile, anche se noi qui in FVG abbiamo vissuto uno straordinario successo che ci consente già da oggi di dimostrare che il PD può vincere la sfida del governo, ma va affrontato e non va aggirato o usato come pretesto per lasciare.

Fare un congresso “bene” significa non farlo in due settimane da domani, perché si trasformerebbe solo in un referendum pro o contro il governo con il PDL e non penso che serva un referendum per dire una cosa che già tutti sappiamo: il PD nasce per governare il paese e non per essere una forza minoritaria che si allea con il centro-destra. Distinguiamo però la normalità dall’emergenza che ci ha lasciato il risultato elettorale, questa legge elettorale e la purezza intransigente di Grillo che ha preferito lasciare al PDL la responsabilità di governare il paese con noi.

Chi dice che il PD è morto non conosce gli iscritti e gli elettori del nostro partito e vuole solo dividere perché nulla cambi. Lavoriamo per riportare il PD verso la giusta direzione perché come ha detto Epifani “Se il PD, che nasce per cambiare questa società, rischia diventare parte della crisi del Paese stesso, è vicino al fallimento perché non ha alcuna funzione. Dobbiamo reagire e non lasciare che le cose vadano da sole.”

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